viernes, 27 de marzo de 2020

Compassione


Ci sono quelli che non hanno un posto dove tornare.
Fratelli di quelli che non hanno dove andare.
Cugini di coloro che non sanno da dove vengono.

Non sapere.
Né che cosa si aspettano.
Né fino a quando.
O perché.
Non sapere.
Né se hanno perso tutto.
Né se avessero mai avuto qualcosa.

Non sempre le loro facce lo dicono.

Ma loro lo sanno.

A volte è uno sguardo sfuggente.
O una paura che si intravede in un sorriso.
Una serenità irrequieta;
fingere, far finta di niente.
Svegliarsi nel cuore della notte,
guardare l'orologio
senza sapere quale ora aspettare,
qual è quella che conta. .

In una piazza qualsiasi,
forse sotto un araucario,
o una quercia,
su una panchina verde appena verniciata,
le braccia incrociate sul petto,
lo sguardo infinito,
vedrai un viso così.

La più bella compassione,
semplice come una giovane contadina allegra,
potrebbe essere, a volte,

salutare quel viso,
forse truccato di indifferenza
o di felicità...


Salutare anche a distanza,
con cortesia.

Offrire un vero,

un gentile "buon giorno".